Ultima modifica: 10 Maggio 2020
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“Righi”, la didattica online sa parlare al cuore dei ragazzi

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Realtà nuova, scoraggiamento, isolamento ma soprattutto capacità di reazione, di forza e di resistenza alimentata dalla scuola alla quale vogliono dire grazie. Questa la sintesi delle numerose email pervenute alla dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Augusto Righi” Daniela Musarella e ai docenti.

Espressioni cariche di emozioni come quella del giovane Marco il quale scrive “senza della vostra vicinanza e del vostro calore umano, in questo momento carico di paura e desolazione non avrei la forza per affrontare serenamente il nuovo giorno. Ed ancora Luca quando sottolinea che la scuola «è stata una seconda famiglia all’interno della quale i professori e le professoresse hanno saputo oltre alle lezioni dare ciò che in questo momento serve agli adolescenti: riferimenti certi, costante sostegno e soprattutto la certezza di poterli raggiungere telefonicamente o in videochiamata in ogni momento».

Ma forse molto, come afferma Giovanni, è dovuto alla «nostra poca fede». All’uomo che si è allontanato da Dio sentendosi proprietario del mondo. Obbligo di restare a casa e divieto di avere contatti fisici, aggiunge Francesca, sono tra le precauzioni messe in atto dal governo per l’emergenza coronavirus gettando in noi confusione e sconforto. La nostra scuola classica è stata rimodulata facendo si che, nonostante tutto, ogni giorno possa sembrare «normale». Non c’è la campanella, non ci sono i corridoi e le aule scolastiche ma solo le nostre stanze cariche di tensione senza che nessuno, professori e studenti, vogliano restringere i sentimenti del cuore.

Manca il rumore dei motorini, i minuti della ricreazione, il classico panino preparato con amore da Patrizia ed ancora l’andare in presidenza, il sorriso dei compagni che ora si può solo apprezzare davanti ad uno schermo. Ci manca il sorriso accogliente della nostra dirigente. È bella da didattica a distanza, continua Francesca ma per noi dell’Istituto “Righi” non rappresenta una novità. Da anni ormai era una vera e propria consuetudine.

Ciò che manca come dice Carlo sono i banchi di scuola, «la nostra scuola» quella che a volte ci stava un po’ stretta a causa del nostro «non capire». Adesso e solo adesso possiamo apprezzarla ed apprezzare molte cose che prima sembravano scontate. Apprezzare il professore che ti rimprovera. «Si, quanto mi manca!» Apprezzare quel banco e quella sedia. Quello stare in classe per cinque o sei ore! Ciò che prima appariva pesante ora invece è desiderato e sognato come non mai.

Marika ringrazia i professori e la dirigente per la vicinanza mentre ricorda come l’uomo ha delle enormi responsabilità in merito a questa pandemia. Una tragedia dovuta all’assurda corsa economica senza guardare negli occhi la natura ed il Creato. Disboscamenti, incendi, cambiamenti climatici. Una vera e propria guerra. Tutto diventa attuale, come Foscolo e Manzoni, protagonisti di cambiamenti, di paure e di incertezze.

Profonda gratitudine rivolge la signora Domenica Gangemi, rappresentante della componente genitori della prima B, alla Dirigente Musarella per la profonda sensibilità, professionalità e ricchezza interiore trasmessa ora come nei giorni di scuola. Tutto questo, continua la rappresentante, ha saputo «toccare il cuore dei ragazzi, dando loro fiducia e rassicurazione». Una esperienza bene organizzata così come commentano altri rappresentanti dei genitori che, presenti alla vita scolastica come prima, hanno inviato attestazioni di stima all’Istituto.

Quei volti, e quei sorrisi incoraggianti del corpo docente, affermano, rappresentano la speranza di un futuro da vivere. Il solo «grazie», concludono, «non può ripagare l’affetto che regalate ogni giorno ai nostri figli».

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